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- <<.....Nelle
sue tavole Sucato combina reperti che alludono ad una qualche
dignità pregressa di materie impropriamente chiamate a significare
oltre a se medesime anche altre possibili simbologie. Sono quindi
"scritture" di una sorte di iconoclastia coranica
impoverita da una voluta, anzi ostentata, povertà
semantica. Quindi a ben vedere assai poco situabili nel
regno di una verbalità della scrittura. La quale, sarebbe
circoscritta, prendendo a prestito le categorie semiotiche di
illustri linguisti, a un sistema di significanti che per la loro
disposizione su "pagina" possono intendersi come
"grafi" di una lingua perduta o rimossa. In realtà,
questi sistemi non dicono nulla di più della loro estatica
presenza. In altre parole, sono dunque opere visivo-plastiche che
combinano la pittura e la scultura, restituendo agli oggetti la loro
opacità di cosa insieme alla trasparenza della forma. O
viceversa......>>
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- Eugenio
Miccini
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-
- <<......Nel
corso del tempo molti artisti hanno affrontato il tema, così
delicato, della passione di Cristo, sviluppandolo ciascuno a seconda
delle proprie conoscenze e della propria
sensibilità........>>
- <<....In
queste opere di Giusto Sucato c'è una violenza fulminante che
colpisce lo spettatore in pieno viso. Centinaia di chiodi ritorti (i
più dei quali fabbricati manualmente), si conficcano nelle tavole
stillando sofferenza. Quelle stesse tavole sono il corpo di
Cristo, sono la nostra cara terra trafitta dalla stoltezza
umana. Nella visione di Sucato, Gesù è il nostro pianeta.
Così le spine della corona divengono piogge acide che bruciano il
suolo; i chiodi inflitti la barbarie che è nel mondo; gli squarci e
le ferite, le bombe che devastano il pianeta. ....>>
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Vinny
Scorsone
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