  
		VITTORIANO 
		Roma 
			
				
        
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						BACI PERUGINA. UN AMORE 
						ITALIANO. 
 
					
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 Dal 
			13 febbraio al 23 marzo 2014 il Complesso Vittoriano ospita la 
			mostra “Baci Perugina. Un amore italiano”.  
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			L’esposizione nasce con l’obiettivo di 
			dare al pubblico l’opportunità di conoscere le svariate 
			sfaccettature che compongono la storia di questo cioccolatino.
 
			- 
			Si dice che il bacio sia nato nel 1922 
			dall’idea di Luisa Spagnoli di impastare con altro cioccolato i 
			frammenti di nocciola che venivano gettati durante la lavorazione 
			dei cioccolatini: ne venne fuori una specie di cioccolatino dalla 
			forma irregolare, che ricordava l’immagine di un pugno chiuso, dove 
			la nocca più sporgente era rappresentata da una nocciola intera. Fu 
			chiamato inizialmente “Cazzotto” per la sua forma che ricordava un 
			guantone da boxe, poi ribattezzato con un nome più adatto ”Bacio 
			Perugina”. La campagna pubblicitaria ideata nel 1934 da Aldo 
			Spagnoli, allora direttore della pubblicità alla Buitoni-Perugina, 
			consisteva nello sponsorizzare  una trasmissione radiofonica come “I 
			Quattro Moschettieri” di Angelo Nizza e Corrado Morbelli, attraverso 
			la creazione delle celebri figurine  disegnate Angelo Bioletto e poi 
			la campagna pubblicitaria “Perugina e Alitalia”,  che crearono una 
			campagna pubblicitaria congiunta per i Baci. Celebre è rimasta la 
			frase scritta sulla fiancata “Baci dall’Italia. Baci da Alitalia”.
			
 
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			La mostra racconta come i Baci 
			Perugina hanno seguito passo dopo  passo  la storia del nostro 
			Paese. Hanno dato vita alla Festa di San Valentino, hanno 
			accompagnato amori adolescenziali, la festa della mamma, quella del 
			papà o qualsiasi altra occasione per una manifestazione d’affetto.
			
 
			- 
			Oggi la Perugina ha deciso che i 
			messaggi inseriti all’interno dei famosi cioccolatini si possono 
			personalizzare. L’operazione si chiama “I miei baci per te”: gli 
			innamorati da oggi possono decidere quali frasi d’amore scambiarsi 
			attraverso il celebre cioccolatino di Perugina, per far capire il 
			valore vero delle proprie emozioni. Tutto questo si può ottenere 
			collegandosi al  sito www.shop.baciperugina.it e decidere di 
			raccontare i propri sentimenti e i propri pensieri. 
 
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			La storia  narra   che  i bigliettini 
			fossero il modo in cui  Luisa Spagnoli e il suo amato Giovanni 
			Buitoni  si scambiavano messaggi d’amore attraverso un cioccolatino. 
			Successivamente è stato il direttore artistico di Perugina, Federico 
			Seneca  a decidere di inserire delle frasi d’amore anche nei Baci 
			destinati al pubblico. Da allora  ci siamo abituati a leggere quelle 
			frasi che fanno sospirare generazioni di innamorati come: “Ovunque 
			c’è amore c’è in Bacio Perugina, passando per “Tubiamo?”  e “A casa 
			aspettano un Bacio”, fino a “Chi ama, Baci”. 
 
			- 
			La mostra nasce anche per presentare 
			la campagna “Autografi d’Amore” in collaborazione con Agira (Agenzia 
			Italiana Risposta Emergenze) che vede protagonisti  artisti italiani 
			come Alessandro Siani, Beppe Fiorello, Claudio Amendola, Francesca 
			Neri, Ficarra&Picone, Vincenzo Salamone, Claudia Gerini, Margherita 
			Buy, Anna Valle, lo chef Alessandro Borghese, Nicoletta Romanoff, 
			Benedetta Parodi e Neri Parenti, che hanno affidato al celebre 
			cioccolatino i loro pensieri  d’amore più dolci,  entrando a far 
			parte dell’edizione limitata Baci Perugina dedicati a San Valentino: 
			un progetto per sostenere Data4Life  che mira a ottimizzare le 
			risorse in casi di emergenze. 
 
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			L’esposizione, promossa da Neslè  è 
			organizzata da Comunicare Organizzando in collaborazione con 
			l’Archivio Storico Perugina.
 
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			Complesso del Vittoriano –Via San 
			Pietro in Carcere (Fori Imperiali) – Roma.
 
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			Orari: lunedì – giovedì 9,30/19,30 – 
			venerdì, sabato e domenica 9,30/20,30 fino al 23 marzo 2014.  
			
 
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				LA RAI RACCONTA L’ITALIA IN UNA 
				MOSTRA AL VITTORIANO DI ROMA
 
			
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 Il 
			3 gennaio di sessanta anni fa iniziavano le trasmissioni televisive 
			della RAI. Una grande mostra   sarà ospitata dal 31 gennaio al 30 
			marzo 2014 al Complesso del Vittoriano a Roma  e dal 29 
			aprile al 15 giugno alla Triennale di Milano.   L’esposizione  che 
			ripercorre i sessanta anni   della  televisione e i novanta della  
			radio  nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica 
			Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della 
			Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività 
			culturali e per il Turismo, della Regione Lazio, di Roma Capitale e 
			della Provincia di Roma, e con il sostegno di Eni e Intesa Sanpaolo, 
			che si avvale della prestigiosa collaborazione di Piero Angela, 
			Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, ed è a cura di 
			Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della 
			RAI, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e 
			Barbara Scaramucci, Direttore di Rai Teche.     
			- 
			La mostra  celebra una delle più 
			importanti istituzioni culturali del Paese attraverso filmati, 
			fotografie, costumi, documenti, dei momenti più importanti della 
			storia della Rai, si raccontano gli anni dell’Italia. La Rai inizia 
			a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con Carosello, che 
			consisteva in una serie di filmati seguiti da messaggi pubblicitari. 
			(Non subì interruzioni né errori per circa venti anni. Per una legge 
			allora vigente non era concesso fare pubblicità all’interno di 
			alcuno spettacolo televisivo)  ed a Roma si inaugurava lo storico 
			centro televisivo di Via Teulada, 66. Il primo marchio ufficiale 
			della Rai, così come la prima sigla di apertura delle trasmissioni, 
			fu realizzato dal grafico Erberto Carboni. Il logo era composto da 
			lettere squadrate piatte tutte della stessa altezza nonostante il 
			fatto che la “R” iniziale fosse maiuscola. 
 
			- 
			La Rai  inizia il suo regolare 
			servizio di trasmissioni televisive. Il primo annuncio viene fatto 
			da Fulvia Colombo presentando la trasmissione “Arrivi e Partenze”, 
			con Armando Pizzo, in qualità di conduttore,  e il giovane Mike 
			Buongiorno nel ruolo di intervistatore e intrattenitore con la regia 
			di Antonello Falqui. Una breve rubrica settimanale di interviste a 
			note personalità in arrivo o in partenza dall’aeroporto di Ciampino; 
			 per chiudere la serata con  “La Domenica Sportiva”. Il programma 
			più longevo e di successo della Rai-Tv, dedicata al campionato 
			italiano di calcio..
 
			- 
			Da quell’esordio prese avvio 
			l’avventura del piccolo schermo nel nostro Paese con una lunga serie 
			di palinsesti e di programma che hanno accompagnato la storia 
			dell’Italia. Nelle case degli italiani sono entrate notizie da ogni 
			parte del mondo, musica, teatro, e poi il varietà del sabato sera di 
			Antonello Falqui  con le Kessler e Mina,  la diretta dello sbarco 
			sulla luna.  Tanti  i programmi anche per i più piccoli, il primo, 
			“Zurlì, mago del giovedì”, con Gino Tortorella, “Lo Zecchino d’Oro e 
			 Rin Tin Tin.  Attraverso la televisione e la radio, è stato portato 
			il mondo in casa nostra. 
 
			- 
			I grandi cambiamenti sociali, 
			culturali, scientifici dei quali l’Italia e il mondo sono stati 
			protagonisti rivivono in questa esposizione  non in maniera 
			celebrativa e didascalica ma con la vitalità e la pregnanza che i 
			documenti audiovisivi sanno restituire, offrendo allo spettatore la 
			possibilità di confrontarsi interattivamente con il passato, il 
			presente e il futuro, verso il quale i media devono continuamente 
			proiettarsi per non perdere di vista le diverse esigenze della 
			comunicazione e dell’informazione. Una serie di avvenimenti accaduti 
			dal 1954 ad oggi. Dal  bianco  e nero al colore e, dalla pellicola 
			all’elettronica fino al digitale.
 
			- 
			È stato costruito un patrimonio di 
			storia, di tradizione, riconosciuto anche a livello internazionale;  
			essere servizio pubblico non significa solo custodire i documenti
 
			- 
			più  rappresentativi della storia del 
			paese ma farli diventare  memoria viva. Raccontare la storia dei 
			programmi che abbiamo seguito, i volti che ci hanno tenuto 
			compagnia:  questo è l’obiettivo che si propone la mostra quella di 
			raccontare la storia. 
 
			- 
			La mostra si apre con l’esposizione di 
			alcuni storici costumi  di scena, da quelli di Mina a quelli della 
			Raffaella Carrà, prosegue con la sezione “La Rai: una bella impresa 
			italiana” che testimonia l’origine e la nascita dell’azienda, 
			attraverso il racconto figurato di materiali d’archivio, fotografie 
			d’epoca, opere d’arte, per poi  chiudersi con uno spazio dedicato al 
			futuro. Il direttore Rai Teche Barbara Scaramucci ha ricordato  che 
			“per realizzare gli otto filmati fatti dai curatori, di circa 40’ 
			l’uno, sono stati visionati più di 2000 titoli di programmi 
			dell’azienda”. 
 
			- 
			La presidente della Rai, Anna Maria 
			Tarantola ha sottolineato che nonostante sia cambiato il mondo in 
			cui la Rai opera e siano cambiati gli strumenti, ci sono due cose 
			che la storia insegna, e che rimangono di grande attualità: la 
			qualità del prodotto e il basarsi sui criteri fondamentali del 
			servizio pubblico.
 
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			La Rai racconta l’Italia
 
			- 
			31 gennaio – 30 marzo  2014
 
			- 
			Complesso del Vittoriano – Gipsoteca, 
			Piazza dell’Ara Coeli, 1
 
			- 
			lunedì – giovedì dalle 9,30 alle 
			19,30; 
 
			- 
			venerdì, sabato e domenica dalle 9,30 
			alle 20,30 – ingresso libero.
 
			- 
			Informazioni tel. 06 6780664
 
			- 
			
   
			
			 
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                  - 
					Vittorio
                    Gentile
 
                  
                
                
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                   - 
                  E’ stato
                    un appuntamento importante quello che il palermitano
                    Vittorio Gentile ha avuto a Roma nel settembre 2003 dove,
                    nel complesso monumentale del Vittoriano, si è svolta la
                    sua antologica “Sculture tra mito e storia”.
 
                
                
                   - 
                             
                    La mostra romana, organizzata congiuntamente dalla
                    presidenza della Regione Sicilia e dalla Regione Lazio, ha
                    presentato circa cinquanta opere dagli inizi degli anni
                    Sessanta fino al 2003 consentendo di seguire l’evolversi
                    dell’arte dello scultore nell’arco di un quarantennio.
 
                
                
                   - 
                             
                    Gentile da anni si confronta non solo con la pietra e
                    con il marmo, ma anche con il legno e, nella produzione più
                    recente, con la vetroresina. Una produzione plastica, la
                    sua, che appare dominata dalla costante ricerca di forme
                    dinamiche. L’artista, superato il modulo figurativo, si è
                    impegnato in sculture più ardite senza tuttavia rinunciare
                    alle forme che fanno riferimento all’uomo, perché è
                    l’uomo il punto di riferimento della sua creatività anche
                    nelle espressioni più estrose degli ultimi anni.
 
                
                
                   - 
                             
                    Nelle sculture degli anni Novanta il simbolismo di
                    Vittorio gentile si è fatto più esplicito come se
                    l’artista avesse voluto raggiungere sfere più alte.
                    Soprattutto le sculture che costituiscono il risultato delle
                    esperienze più ardite, hanno acquistato, tra le sue opere,
                    una precisa individualità.
 
                
                
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                    La mostra romana, con il dispiegarsi di tante opere,
                    ha dimostrato la capacità di Vittorio Gentile di mettere in
                    cantiere e di produrre nella sua officina sempre nuove
                    forme.
 
                
                
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                                                                              Giuseppe Quatriglio
 
                
               
             
           
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