|
-
-
GIUSEPPE TUCCIO
-
Un
artista che somiglia ai suoi quadri
-
-
-
Sabato
8 aprile è stata inaugurata, presso la galleria d’arte
Studio 71 di Palermo, la mostra personale dell’artista
gelese Giuseppe Tuccio dal
titolo “cromatismi mediterranei”. Il catalogo della mostra,
curata da Vinny Scorsone,
contiene una premessa di Aldo
Gerbino.
-
In mostra 18 dipinti, alcune
incisioni e delle ceramiche modellate con molto gusto dallo
stesso autore.
Nelle ceramiche in particolare, pur risentendo nei colori la
matrice calatina, Tuccio
utilizza i toni cari ai luoghi delle sua
provenienza; ne consegue che il blu cobalto si sposa
con l’arancio e il verde acqua tipico della ceramica
gelese. Le due
cannate, ma anche il piatto e il
vaso, sono gli esempi più marcati della sua matrice, una
felice intuizione non senza priva di rischi. Quella di
Tuccio è una mostra organica. Egli si presenta al pubblico
palermitano con quello che sa e che sa fare e per la verità
ci riesce molto bene. Nella sua presentazione in catalogo
(un elegante volumetto di circa
130 pagine, editato dalla “Unus
Mundi” di Gela, nel quale le opere si frappongono sia alle
poesie che ad alcune fotografie care all’artista),
Vinny Scorsone mette in risalto
la sicilianità dell’artista
scrivendo: “(…) I dipinti di Giuseppe Tuccio appaiono come
frutta martorana, cibo
voluttuoso pronto ad essere disciolto, assaporato e divorato
prima con gli occhi e poi con la bocca. Le pennellate, lisce
e morbide, sembrano glassa
colorata distesa sulla tela, piano invitante, preludio di un
Mondo Altro.
-
Tuccio offre
allo spettatore una visione della Sicilia fatta
di attimi infiniti, di raggi di
sole e di pace rasserenatrice, eppure, negli sguardi dei
suoi personaggi e nelle sue nature morte, aleggia, a volte
impercettibile ed altre ben presente, un velo di tristezza.
-
Tra canestri
di frutta e pesci, voli di colombe e tralci di vite,
ritratti e panorami il colore brillante e puro, luce esso
stesso, profuso amorevolmente sulla tela, è il motore di
tutto, simbolo di purezza e di verità…”, tralasciando, ci
sembra di capire, un qualsiasi riferimento alle sue
incisioni che a mio avviso meritano attenzione. Sono cinque:
la colomba, i pesci,
e tre ritratti. Tuccio infatti
realizza con certosina pazienza le sue incisioni (sono tutte
monotipo). Ce lo immaginiamo con
il grembiule intento a realizzarle senza che si curi di ciò
che gli sta accadendo intorno; sì perché è un personaggio
schivo, lontano dai clamori della cronaca. I suoi amici
palermitani sono poeti (mi parla di Stefano
Vilardo) ma anche pittori e
scultori.
-
La mostra
resterà aperta fino al 22 aprile 2006
con orario 17.00 alle 20.00 ingresso gratuito.
-
-
Palermo 13
aprile 2006
-
Roberto Latino
|