Eucharistic una ineccepibile elaborazione digitale

Nell’oscurità di una stanza dal pavimento ricoperto di paglia, una scatola-culla accoglie l’immagine proiettata di un uomo. Sulla parete di fondo, sul vetro di una finestra dalla forma rimandante a una pala d’altare di profumo rinascimentale, scorrono le epoche, sempre drammaticamente uguali a se stesse e, al contempo sempre diverse.

Su e dentro questo specchio storico aleggia lo spirito di Cristo accompagnato dalla più celebre delle Ave Maria intervallata da frasi in arabo. Questo è Eucharistic, la videoinstallazione di Raphael Di Luzio che fino al 30 marzo è possibile vedere presso l’Accademia Abadir all’interno dell’Abbazia di San Martino delle Scale. L’artista di origine italo – russa ma nato e cresciuto negli Stati Uniti, quando parla delle sue opere si illumina è ansioso di comunicare il processo del suo lavoro; parla di visioni oniriche, di sostanze organiche, di un’opera creata quasi sotto la spinta di un qualcosa di superiore.

Contrariamente a Di Luzio, “Eucharistic” convince meno.

Se si volesse definirla in una sola parola direi che è didascalica. Infatti, pur riuscendo a coinvolgere ipnoticamente lo spettatore, l’opera non soddisfa pienamente sotto il profilo artistico: belle immagini, bella musica, ineccepibile l’elaborazione digitale e “l’assemblaggio” tecnico, fin troppo chiaro il contenuto, ma spiritualmente non matura.

L’opera, difatti, ha più l’aspetto di una esperienza che di un prodotto artistico convincente. La videoinstallazione di Di Luzio, pur rappresentando un soggetto sacro, non vuole avere nessuna implicazione religiosa né, tanto meno, spirituale.

Onestamente, non è riuscita ad arrivarmi l’intenzione dell’artista.

L’opera sembra essere semplicemente un racconto di uno dei tanti miti che girano sulla terra non c’è un sentito coinvolgimento emotivo, né spirito contestatario, solamente un racconto poco partecipe e fine a se stesso.

Ciò nonostante non si può dire che come esperienza visiva l’opera non coinvolga.

Attualmente l’artista, insegnante presso l’Università del Maine al New Media Departiment, sta svolgendo uno stage presso la stessa Accademia Abadir.

Professionista serio diviso tra pitture e video arte, Raphael Di Luzio ha esposto in diverse città europee riscotendo sempre il consenso del pubblico e della critica.

Contrariamente a Eucharistic, nella quale ha dovuto “subire” l’handicap del soggetto religioso, le altre sue opere (visioni molto ben congegnate) hanno un respiro più ampio e sicuramente più convincente.

L’artista sarà ancora a Palermo nel corso dei prossimi mesi.

 

Palermo, 27/03/03vai alla scheda personale di Vinny Scorsone

 

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