Arte Fiera 2002 - Bologna

 

L’arte ed il suo commercio sono in perfetta salute.
Tiriamo tutti un sospiro di sollievo...


L’arte proposta dai galleristi...

Evidentemente superato lo shock della tragedia delle Twin Towers, la truppa dei galleristi stranieri a Bologna è aumentata del 50% rispetto all’edizione del 2001. E cosa ci propongono i signori nazionali ed esteri del commercio delle immagini?

Se volete farvi un’idea di ciò che per un secolo e più è passato e ripassato di mano, è tornato in galleria, transitando spesso per le aule di scuola, sui testi di storia dell’arte, ed ora è nuovamente sui muri degli stand, fate un giro per il padiglione dedicato all’arte moderna. Non sarete certo scossi da brividi d’emozione ma non si sa mai: fare un ripasso potrebbe tornarvi utile nel caso vi trovaste a risolvere qualcuno dei quiz miliardari - pardon, milionari - presentati in TV. Meglio salire al piano superiore allora, al padiglione dedicato all’arte contemporanea e alle gallerie più abituate a trattare le proposte di artisti meno storicizzati.
Ridotta la debordante presenza di video e fotografia delle passate edizioni, la predominanza è di un arte nel segno della spettacolarizzazione, di una sterile provocazione che riesce forse a generare stupore e curiosità ma non passione. Un tentativo di dissacrare ciò che sacro non è. Ricordate la statua dal pene spropositato di Priapo, situata a Pompei, vicino alla quale centinaia di donne provenienti da tutto il mondo si fanno fotografare nell’atto di accarezzare la dorata protuberanza, ritenuta foriera di grande fortuna? Beh, ora il rito pagano si tiene proprio negli stand della fiera, accanto alla gigantesca riproduzione di neonati ignudi o dinanzi alle foto dei nudi neri o bianchi di Andres Serrano. Malgrado anche lo stupore vada scemando, data l’inflazionistica e massiccia produzione di queste “opere”, esse hanno sicuramente ragione di esistere, almeno per galleristi e mercanti.
Devo perseverare - niente è gratuito nella vita, si sa - e continuando nella ricerca di qualcosa che stimoli le mie percezioni, quasi allo stremo delle forze, cerco di capire se sono io l’alieno, provando a interrogare qualcuno dei passanti. Sono con un paio di amici, un pitto-scultore e un filosofo imprestato alla pittura. Quest’ultimo, confrontandosi con una giovane rumena anche lei artista, scopre di condividerne noia e delusione, suscitate dalla visione del colorato teatrino fieristico. Consolati - gli dice la ragazza - se non riusciamo ad emozionarci, vorrà dire che rispetto a loro, noi siamo più originali! -
Bella consolazione. Tirando le somme, posso dire che ci ricasco tutti gli anni. Non riesce a entrarmi nella zucca l’inutilità di cercare emozione e sentimento laddove l’aspetto più importante è quello finanziario. Se “l’arte ha un punto”, come recita lo slogan della fiera, è probabilmente quello al quale seguono e seguiranno in futuro i decimali dell’Euro...

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