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GLI
ARTISTI DI PITTORICA - sesta edizione - SCENARI CONTEMPORANEI |
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Presentazione di Sergio Figuccia |
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Ai cambiamenti continui,
schizofrenici e irreversibili siamo ormai tutti abituati.
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La nostra società si è adattata da
tempo alla coesistenza, spesso non del tutto ortodossa, di
retaggi storico-culturali di un prestigioso e compianto passato
con innovazioni portate dal "vento" irrefrenabile della
tecnologia e dell'evoluzione sociale.
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Tutti gli ambiti umani sono stati
interessati dalla nascita di questo instabile nuovo sistema
polimorfo: si va dall'arte all'ambiente, dalla cultura alla
politica, dai rapporti sociali alla comunicazione.
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Siamo rapidamente passati, in una
manciata di anni, dai rarefatti scenari di una collettività di
metà secolo scorso, ancora innamorata di quel boom economico che
oggi sembra appartenere a una lontanissima era geologica, ai
postumi di un sessantottismo hippy e sfrenato, fino a giungere
all'orrido globalizzante e sanguinario inizio di terzo millennio
dominato dalla iper-tecnologia.
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Così sono nati incredibili ibridi
che hanno forzatamente accostato al sacrosanto e civile
mantenimento del ricordo e della storia le icone più note e
coinvolgenti degli anni 2000.
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Nei palazzi storici delle città
d'arte sono fiorite le "padelle" satellitari, nelle assolate
campagne del sud hanno preso vita orrendi complessi di
comunicazione ad altissima frequenza (muos), sui profili delle
montagne sono apparse gigantesche girandole che sembrano voler
raffreddare i "bollenti spiriti" del cielo, nelle valli del nord
corrono le lunghissime strutture parallele dell'alta velocità
ferroviaria; ma possiamo proseguire con migliaia di questi
esempi.
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Il passato continua a resistere,
ma deve sottoporsi anche lui al forzato trattamento di
"chirurgia plastica" con impianti tecnologici ed elettronici,
sempre figli del silicone e della sua incontenibile epoca, che
ne stanno lentamente sfigurando i lineamenti, proprio come
avviene sul volto di una vecchia diva, gonfiato e stravolto da
un chirurgo pazzo che vorrebbe mantenerne i connotati di
bellezza, ma che invece finisce col distruggerli
definitivamente.
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Il progresso deve camminare
parallelamente alla storia, non intersecarsi con essa, convivere
non vuol dire inserirsi l'uno nell'altro, ognuno deve mantenere
la propria dignità semplicemente restando se stesso. Il degrado
è figlio dell'incuria e della malsana contaminazione.
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Sergio Figuccia –
settembre 2013
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