CAPITOLO 20   -   ULTIMO  CAPITOLO

 
Al termine dell’incontro con Franco Sereni, Mussi aveva finalmente aperto quello stranissimo baule, che solo apparentemente sembrava l’astuccio di uno strumento musicale.
Aveva tirato fuori un sorta di grandissimo teschio di animale in metallo.

La mandibola, armata da una doppia fila di spaventosi denti acuminati, anch’essi in metallo, era dotata di un meccanismo a molla regolabile dalla base del cranio dove era posto una specie di grilletto che faceva scattare il dispositivo a scatto, una volta che era stato preventivamente attivato.
Sereni ricordava perfettamente la spiegazione di Ferdinando Mussi del perché di quel congegno:
-       Avevo commissionato, circa sei anni fa, questo modello di cranio di velociraptor ad un artigiano fiorentino che lavora per la nostra Università. Mi serviva per studiare meglio la forza del morso di questo tipo di sauro quando spadroneggiava sulla terra circa 90 milioni di anni fa. In realtà la scala è fuori misura, perché la testa di questo esemplare di dinosauro era più piccola, ma il meccanismo di scatto era risultato difficile da realizzare per una grandezza inferiore, così il fabbro ha creato un prototipo più grande e la forza del morso sarebbe stata calcolata in funzione del rapporto fra le due misure.
        Nel momento in cui si era pensato di depistare le eventuali indagini dei giornalisti, mi venne l’improvvisa ispirazione di utilizzare proprio questo strumento. Nessuno avrebbe considerato, almeno sul momento, che la vera causa della morte di Magnusson potesse essere l’eutanasia. Vedendo sul cadavere gli effetti di un morso di quel calibro, e sull’onda emotiva delle notizie che divulgava YouGlobe, si sarebbe certamente collegato l’omicidio ad un intervento vendicativo della Chimera.     Ancora non si sapeva nulla sull’individuo che era stato generato da Magnusson nel 1968 e far intuire che potesse somigliare ad una specie di nuovo velociraptor fu una cosa molto semplice. Inoltre proprio il velociraptor era stato effettivamente studiato da Samuel prima della decisione definitiva di utilizzare un altro essere non ancora estinto, e nelle interviste abbiamo volutamente calcato la mano per dare la colpa di tutto ad un fantomatico essere dalla principale componente bestiale.
Sereni era così venuto a sapere che l’idea del morso disumano, e quindi dell’utilizzo del teschio d’acciaio, era venuta a Mussi anche a seguito della morte violenta di Avrahm, divorato pochi giorni prima a Tel Aviv da un branco di cani idrofobi, sfuggiti al controllo nel suo laboratorio di ricerca.
Ancora la natura della morte dello scienziato israeliano non era stata chiarita, ed era convenuto a tutti, anche ai responsabili del laboratorio dove lavorava Avrahm, far cadere i sospetti di entrambi i decessi sulla terribile Chimera a caccia di vendetta nei confronti di coloro che l’avevano messa al mondo.
Richard era invece l’essere più pacifico del mondo e, come confermato dal biologo fiorentino, la sua stabilità era risultata massima, e fin dal primo momento del distacco dalla macchina che l’aveva cresciuto. Altro che cambiamenti repentini di sesso o di forma fisica! Altro che dottor Jekyll e Mister Hyde!
Richard era proprio il risultato perfetto di un esperimento perfetto; sarebbe stato, per le generazioni future dei ricercatori scientifici, il modello ideale nello studio dell’uomo perfetto…proprio come aveva voluto Samuel Magnusson.
In sostanza Mussi, aiutato da Polasacra e Toren, aveva approfittato delle modalità controverse e poco chiare della morte di Avrahm per simulare sul cadavere di Magnusson lo stesso modus operandi di un fantomatico killer, facendo cadere così i sospetti di tutti sulla incolpevole Chimera.
Non era stato tuttavia chiarito come rientrava in questo scenario la morte della Serrano, ma su questo stava indagando Walter.
Aprendo quella porta nel B&B di Göteborg, Walter si era trovato di fronte Ester Serrano, proprio l’ultima persona al mondo che pensava potesse trovare in quella stanza.
Mortificata e confusa la dottoressa aveva accettato il braccio di Mastrelli per sollevarsi da terra in quel camerinetto senza luce nel quale si era andata a nascondere quando il giornalista italiano aveva bussato a casa sua.
Si erano seduti, insieme alla nipote, nell’ingresso dell’appartamento e Walter era stato messo al corrente di tutta la storia.
Aveva scoperto che Mussi aveva messo su il finto omicidio della Serrano, utilizzando uno strumento meccanico in suo possesso che imitava il morso di un dinosauro e che aveva applicato quell’apparecchio al corpo di una vagabonda, defunta a Göteborg il giorno prima, e messogli a disposizione dal locale obitorio tramite l’amicizia di un suo vecchio collaboratore che lo gestiva.
Ovviamente il biologo italiano aveva poi bruciato il cadavere per renderlo irriconoscibile ed aggiunto al fuoco il vecchio bastone in metallo della Serrano che, restando inalterato dalla combustione, aveva dato un segno tangibile dell’identità della vittima.
Tutto questo era stato fatto per proteggere Richard, per allontanarlo dall’occhio del ciclone mediatico.
Mussi, la Serrano, Polasacra e Toren speravano di mettere la loro Chimera sotto una campana di vetro inattaccabile, per preservarla dagli attacchi esterni ma anche dal suo stesso desiderio di conoscere. Scoprire la sua vera identità poteva risultare traumatico per Richard e loro avevano fatto salti mortali per non fargliela scoprire, ma non c’erano riusciti.
La Chimera ormai aveva capito.
Cinzia si è presentata di buon ora oggi pomeriggio a YouGlobe.
Le sono andato incontro per chiederle le ultime notizie e per sapere come intendesse impostare il programma insieme a Walter e Franco.
Ma la sua espressione svagata non mi è piaciuta.
-      Walter e Franco sono tornati da poco dalla Svezia e dal Brasile e sono in possesso della verità sull’intera storia. Puoi anche comunicare ai telespettatori che stasera andrà in onda l’ultima puntata e che tutto sarà chiarito…..ma non ti assicuro la mia presenza, non sto troppo bene, credo di avere anche la febbre.
Ammetto di non aver riflettuto neanche un secondo, e mi sento un verme per non averlo fatto senza prima chiedere quali fossero le soluzioni dell’enigma. Ho ritenuto che una notizia del genere dovesse essere divulgata immediatamente, c’era tutto il tempo per pubblicizzare su tutti i canali possibili la messa in onda dell’ultima puntata con le tre grandi rivelazioni.

Ho fatto realizzare in poco meno di 30 minuti uno spot promozionale dell’ultima puntata de “Il Mistero della Chimera” trasmettendolo a tormentone ad ogni turno pubblicitario.
In pratica dalle 16,00 di oggi tutti i telespettatori di YouGlobe sono stati bombardati dal comunicato; internet con i suoi social network ed i Tg tradizionali di tutte le reti pubbliche e private hanno contribuito ad estendere a macchia d’olio la notizia, abbiamo così portato davanti lo schermo televisivo alle 21,00 di questa sera non meno di 25 milioni di persone solo in Italia ed un miliardo nel resto del mondo, con la versione inglese del programma andata in onda in parallelo con traduzione simultanea.

Quella che non mi aspettavo, e che è emersa proprio all’ultimo minuto, è stata la defezione di Walter e Cinzia.
Proprio nella trasmissione più importante della breve storia televisiva di YouGlobe non hanno partecipato i due protagonisti principali, che oltre ad essere gli ideatori del programma, sono stati anche i maggiori artefici del suo lancio e del suo indiscusso successo.
La cosa, per quanto sconcertante, ha tuttavia una sua oggettiva giustificazione; per farla comprendere però devo tornare indietro di qualche ora in questo mio racconto.

Il volo da Göteborg era arrivato nella prima mattinata, subito dopo era tornato da Firenze anche Franco Sereni.
Dopo un breve giro di telefonate si erano incontrati tutti in un bar della Galleria Vittorio Emanuele II, in prossimità del Duomo.
Il più imbarazzato era apparso Franco, quasi sentisse sulle sue spalle il peso di tutto quello che aveva scoperto; più tranquilli Walter e Cinzia, forse perché ormai rassegnati all’evidenza o perché, avendo avuto occasione di discuterne abbondantemente in precedenza, sembravano aver almeno in parte metabolizzato gli ultimi eventi.
Il primo a parlare rivolgendosi a Franco, dopo i convenevoli di rito, era stato Walter,:
-   Noi abbiamo le idee chiare su tutto, e tu?
-   Anche sull’identità della Chimera? – disse Sereni con un leggero tono beffardo.
-   Certo! E’ la cosa più importante e … sconvolgente.
-   E come siete riusciti a scoprirla?
Subentrò a questo punto Cinzia:
-   Navarro mi ha rivelato come si chiama al completo Ester Serrano, ha sempre tenuto nascosto il suo    secondo cognome, quello da parte di madre. Si chiama Zarzi…Ester Serrano Zarzi.  Ma Zarzi è anche il cognome di qualcuno che conosciamo benissimo.
-   Chi?
-   La mamma di Walter, che si chiama in realtà Adelina Serrano Zarzi…lei invece ha sempre tenuto nascosto il cognome Serrano.
-   Appunto – concluse Sereni – io ho saputo direttamente da Mussi l’identità della Chimera, tu invece l’hai dedotta dalle dichiarazioni di Navarro. Ester e la mamma di Walter sono sorelle.
-   In ogni caso …la soluzione è la stessa: Richard sono io – Walter si era inserito quasi con rabbia nella discussione – Sono indignato nel pensare a tutte quelle bugie che mi hanno propinato in tutti questi anni. Mia madre putativa mi ha sempre detto di fare Zarzi come cognome, mentre da spagnola, e mi ha nascosto pure di esserlo, adotta sia il cognome del padre che quello della madre. Evidentemente il cognome Serrano avrebbe fatto capire la sua origine ispanica e lei l’ha fatto sparire….almeno ai miei occhi. Io non ho mai visto i documenti di mia madre, non è mai capitato e lei ha fatto di tutto per non farlo capitare.
 

 
Il silenzio piombò su quel tavolino da bar.

-   Non riesco ancora a capire i miei sentimenti…non so se essere sdegnato per questa finzione durata quarant’anni o essere grato per avermi sottratto con l’adozione ad una intera vita da cavia….che comunque mi aspetta nel prossimo futuro. Non so … non so…quarant’anni di menzogne di verità nascoste; quella che ho incontrato a Göteborg era praticamente mia cugina, la figlia di Ester che io da bambino avevo incontrato qualche volta nella nostra villa di Como prima che si trasferissero definitivamente in Svezia…ecco perché aveva un’aria vagamente familiare, e perché si è presentata come nipote di Ester, ha avuto paura che io potessi ricollegare con la memoria a quella zia che ci era venuta a trovare con la figlia a Como una trentina di anni fa.
Da piccolo quindi avevo incontrato Ester, una zia .. ma virtuale anche lei; veniva a trovare sua sorella ma anche a vedere come cresceva quella creatura che aveva visto svilupparsi in quella macchina nel 1968 e che aveva scippato al padre naturale.
Per me questa è una tegola caduta sulla mia testa all’improvviso, non sono riuscito a scansarmi e mi ha fatto veramente male.
Avevo ipotizzato che gli omicidi fossero scaturiti dalla rabbia della Chimera per il sentirsi diversa nei confronti del resto dell’umanità, ed ora che ho scoperto di essere io l’essere “anormale” mi sento carico di pulsioni e sentimenti del tutto inaspettati.
Non provo odio o rabbia, piuttosto delusione, forse anche confusione…più che ritenermi diverso mi sento tradito. Tradito per aver avuto negata la verità per 40 anni, tradito per essere stato allontanato dal mio genitore naturale, tradito e forse anche violentato per aver dovuto subire una difformità senza alcuna possibilità di scelta da parte mia.

Walter concluse il suo sfogo in preda alle forti emozioni che avevano saturato il suo animo. Chinò leggermente la testa e Cinzia si affrettò ad abbracciarlo con tenerezza.
-   Sì, capisco le tue inquietudini – disse Franco per smorzare l’evidente angoscia di Walter – ma devi vedere il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto. Hai avuto, ed avrai per sempre, una vera famiglia che ti ha cresciuto bene e ti ha tenuto lontano dagli assalti mediatici e scientifici, che futuro avresti avuto nelle mani del tuo vero padre? Ti avrebbe protetto per sempre? O alla fine sarebbe stato tentato dalle sirene della celebrità e ti avrebbe “venduto” alla stampa ed ai media per avere in cambio magari il Premio Nobel per la Scienza? Ti avrebbero potuto levare dalla patria potestà di Magnusson per affidarti ad un orfanatrofio.
Pensala come vuoi, ma secondo me dovresti essere grato ai tuoi e volergli bene, forse più di prima.
Per quanto riguarda la tua natura "diversa" puoi solo esserne orgoglioso. Mussi, Polasacra, Magnusson, tutti i componenti di livello internazionale dello staff che ti ha fatto nascere parlano di un enorme salto evolutivo nella tua struttura biogenetica…in pratica sei una specie di super-uomo, roba da far crepare di invidia gli altri 6 miliardi di esseri umani presenti sul pianeta – Sereni sorrise e perfezionò il suo intervento consolatorio con una delicatissima pacca sulle spalle di Walter, che abbozzò anche lui ad un leggero sorriso stemperando le lacrime ormai quasi al limite di tracimazione. - A proposito, devo consegnarti questa busta. Contiene una lettera che tuo padre, quello vero, ha consegnato a Polasacra prima di morire e lui l’ha consegnata a me per fartela avere.
Quando sarai più in pace con te stesso potrai aprire la busta; ti consiglio di non farlo subito, saresti ancora troppo coinvolto per accertarne il contenuto, qualunque esso sia. 

Franco aveva concluso questo suo intervento mettendo un braccio sulle spalle di Walter che continuava a trattenere a stento le lacrime.
Cinzia da parte sua aveva adottato analoghe parole in precedenza, nel tentativo di consolare Walter al suo arrivo a Milano. Ma ancora era troppo presto, avrebbe certamente metabolizzato la sua vera identità di chimera, quella sua particolarità che lo aveva reso involontariamente l’essere più ricercato del mondo, anche se solo per qualche mese, ma ancora era presto, troppo presto soprattutto per riapparire in pubblico, figuriamoci poi se in un programma televisivo che lo riguardava tanto da vicino.
Ecco perché l’ultima puntata del programma “Il Mistero della Chimera” è stato mandata in onda con il fondale dell’originale studio televisivo, completamente vuoto perché privo di ospiti e per l’occasione con un solo conduttore.

 

 
A Franco Sereni dunque è toccato questa sera dare tutte le soluzioni finali ad una enorme massa di telespettatori affamati di verità.
Quando si è presentato da solo per chiudere il programma mi sono allarmato.
Non l’avevo visto mai tanto esitante e, tra l’altro, non mi ha voluto anticipare nulla.
E’ stato per una buona mezz’ora dinanzi la finestra della sala riunioni a guardare nel vuoto. Solo alla fine della trasmissione ho capito perché.
 



Le notizie che avrebbe dato al mondo intero sarebbero risultate sconvolgenti e Franco ne aveva piena coscienza.
Avrebbe dovuto dire che Richard-la Chimera era proprio quell’uomo che tutti avevano avuto davanti agli occhi per tanto tempo e che si era dedicato, anima e corpo, alla ricerca “di se stesso”. E già questo era difficilissimo, perché quasi certamente avrebbe significato la fine della carriera televisiva dell’amico Walter, perché ormai lo considerava tale.
 

Avrebbe dovuto dire che la piena riuscita dell’esperimento di Magnusson avrebbe stravolto nell’immediato futuro lo stesso concetto di vita, universalmente affermato da quando l’uomo aveva fatto la sua apparizione sulla terra.
 
La possibilità di manipolare i geni umani per creare una razza perfetta e immune da molte delle più note malattie prima incurabili, era stata dimostrata dallo scienziato svedese ed era stato, in pratica da sempre, il sogno dell’umanità sia nel bene che nel male, basti ricordare le aspirazioni sulla razza ariana di Hitler e del Terzo Reich.

Non si era raggiunta l’immortalità, ma a detta di Polasacra, l’età della razza umana sarebbe cresciuta di oltre 50/60 anni, perché la modifica genetica si sarebbe potuta effettuare anche in età adulta.
Franco ha immaginato, prima della messa in onda del programma, tutte le possibili conseguenze dei suoi annunci, non ultima la delusione di un certo target dei suoi telespettatori, importati dal Tg black, nello scoprire che in tutta questa storia non c’era nessun assassino, fatta eccezione per l’eutanasia di Magnusson, comunque del tutto legale in Svezia.
L’ultima verità da comunicare era quella relativa all’animale utilizzato da Magnusson per il miglioramento del DNA umano, e come aveva detto Polasacra era stato da sempre sotto il loro naso.

Si trattava di un particolare tipo di pesce chiamato appunto “Chimera”, una sottoclasse di pesci cartilaginei imparentata con gli squali, provvisti di pelle nuda e quindi senza squame. Trattandosi di un animale che vive negli abissi marini ha sviluppato enormi capacità visive e di adattamento e Magnusson l’aveva ritenuto perfettamente adatto alla manipolazione genetica.
Oltre al fatto di chiamarsi Chimera, come l’oggetto dell’esperimento, un’altra traccia era passata sotto gli occhi di Walter e Cinzia: era il logo dell’intera operazione chiaramente visibile su una delle foto presenti nel famoso faldone del 1968.
La parola Chimera, in lingua svedese, era stata scritta con la forma di un pesce. 
 

 

Franco Sereni è stato bravissimo questa sera, ha saputo adoperare le parole giuste, ha fatto giungere per gradi alla verità quell’enorme massa di teleutenti che si è trovata davanti, e ci ha fatto giungere all’ennesimo picco di ascolto con il superamento di tutti i precedenti record, compresi quelli conquistati in precedenza da Walter e Cinzia.
In sala regia però ci siamo guardati bene dallo gioire.
 


Ho saputo che, mentre andava in onda la trasmissione, Walter ha aperto la busta con la lettera di suo padre. Cinzia me ne ha fatto avere una copia che vi riporto nella sua interezza.
 
 
Lettera di Magnusson a Richard

 

       “ Ciao Richard,
nel momento in cui stai leggendo questa lettera sarai già venuto a conoscenza della tua vera identità.
Il mio struggimento per un tuo perdono è stato annientato dalla grande gioia che ho ricevuto nell’averti incontrato prima di dover chiudere gli occhi per sempre.
Quando sei venuto a trovarmi a Stoccolma non sapevo ancora che quella parte di me, sparita nel nulla quaranta anni fa, stava parlandomi nelle vesti di una star televisiva, comunque ancora del tutto sconosciuta al mio cuore.
       Nel vederti la prima volta ai piedi del mio letto, ammetto di aver avuto palpiti di ansia misti ad inquietudine, che sul momento avevo imputato al mio stato d’animo, fortemente alterato dalla malattia e dal desiderio di poter riabbracciare la mia creatura prima di morire. Era invece quel nocciolo della mia coscienza che ti aveva riconosciuto subito, già nel primo istante in cui la tua figura era apparsa in quella stanza, ultimo mio luogo di sofferenza, ma solo fino a quel momento.
Dopo tutto è cambiato, il dolore non è più riuscito ad affliggermi; avevo rivisto mio figlio, e avevo parlato con lui, anche se non ne avevo ancora consapevolezza.
Tuttavia era bastato quell’incontro, e il conseguente conforto che mi aveva inaspettatamente procurato, per far passare in secondo piano il tormento fisico che talvolta arrivava anche a sparire del tutto.
       Ora, conscio di aver realizzato inaspettatamente il sogno più grande della mia vita, posso porre fine alle mie sofferenze terrene, in piena serenità e grazie all’aiuto degli amici Polasacra e Mussi e con il contributo del fido Toren che mi ha assistito sia nel 1968, durante l'esperimento che ti ha fatto nascere, sia negli ultimi anni della mia malattia, ma che soprattutto ha creato i presupposti  per farmi incontrare con te coinvolgendo per il mio appello televisivo proprio la tua collega di lavoro Betty Foster.
       Kurt Polasacra, poco prima dei tuoi tre anni, aveva scoperto il segreto di quel prodotto immunizzante che non ero riuscito a realizzare prima della tua nascita, ed era stato in grado di iniettarlo nel tuo corpo, rendendoti protetto da quella sorta di rigetto genetico che temevo potessi subire intorno al tuo quarantesimo anno.
Eri quindi salvo già da molto tempo, ma io l’ho scoperto solo ora che ho rivisto il caro amico Polasacra, dopo tanti anni.
       Prima di abbracciarti virtualmente per l’ultima volta, voglio dirti una cosa che spero possa portare un po’ di luce nel tenebroso insieme di dubbi che sicuramente affligge la tua anima, dopo una scoperta del genere che ha stravolto tutti i ricordi e le certezze della tua vita.
E’ vero che nella fase iniziale del mio progetto tutta la mia attenzione e il mio ardore erano diretti al successo scientifico della mia iniziativa, ma vedendoti crescere al di là del vetro di quella macchina ho iniziato a provare tutte quelle sensazioni che solo un padre può sentire dentro di sé.
Purtroppo temo che tu possa interpretare questo mio profondo sentimento come puro egocentrismo, come banale affezione per me stesso in considerazione dell’iniziale clonazione di una mia cellula, ma ti giuro, e lo faccio con tutta la forza e l’impegno che ho messo in campo per farti nascere, che il mio amore esula totalmente dalla scienza e da qualsiasi attaccamento al mio ego.
Ho capito in tutti questi anni, e in conseguenza della tua assenza, che quel brivido di gioia e quella dolce felicità che ho provato nell’abbracciarti per la prima volta guardandoti negli occhi era l’amore di un padre per il proprio figlio, emozione troppo intensa e profonda per essere comparata a sciocca esultanza per la riuscita di un esperimento scientifico.

 

Il mio amore per la scienza, in quel momento, si è dissolto nel nulla, è sparito per sempre come cenere nel vento. Non esisteva più nel mio animo quel desiderio di supremazia intellettuale, quella voglia di conoscenza distorta dai miei studi e dalla mia ricerca in una sorta di mostro assetato di successo.  La vera chimera era il desiderio di popolarità, di trionfo scientifico, di consenso e rispetto in ambito professionale, in quell’attimo di immensa felicità avevo capito che la chimera non eri tu.
Ora me ne vado via sereno, ti ho rivisto, ho constatato che sei l’uomo che avevo sognato potessi essere, ho provato la gioia che un vecchio padre sente quando vede dinanzi a sé il proprio figlio nel pieno della maturità e della sua forza vitale, quando sa di poter passare senza incertezze il proprio testimone ad una creatura che ne garantirà la rappresentanza nella vita e su questo benedetto pianeta che ha tanto bisogno di gente così … come te.
Ciao Richard, tuo padre ti abbraccia per l’ultima volta, ma per sempre.”

 

       Concludo il mio racconto dei fatti in questa sera del 21 dicembre 2012, lasciando in eredità questo testo all’amico Franco Sereni, che appunterà di seguito le future evoluzioni di questa storia.
Giuseppe  Pastrone

Giugno 2013

 

Rio de Janeiro – giunge notizia di una coppia di ricchissimi stranieri, un uomo ed una donna, che negli ultimi mesi ha preso domicilio nella zona delle principali favelas costruendo una serie di modernissimi centri d’accoglienza per bambini abbandonati.
I due vengono chiamati dai bambini “o Rei” e “a Rainha”, il Re e la Regina, e sono riusciti in poco tempo, anche grazie alla collaborazione di un medico italo-svedese, tale Kurt Polasacra, a trasformare l’invivibile realtà della favelas brasiliane in una nuova “terra promessa” per la gioventù rifiutata.
Nessuno sa da dove siano venuti, ma poco importa e nessuno è interessato a scoprirlo.
 

 

Milano – Il sottoscritto Franco Sereni è stato incaricato dalla Direzione di YouGlobe di leggere le notizie del TG white, a seguito delle dimissioni di Mastrelli e della Forestieri. Ho accettato l’incarico solo dopo averne discusso ampiamente con i miei due amici, inizialmente non volevo perché mi sembrava una mancanza di rispetto nei loro confronti. Ma Walter e Cinzia hanno insistito tantissimo….ormai hanno ben altri interessi nella vita. 

 

Stoccolma – Il noto scienziato Samuel Magnusson, prima di morire, ha sottoscritto un documento per le competenti autorità nel quale ha dichiarato la sua precisa volontà di essere sottoposto a morte assistita e che l’intervento di eutanasia è stato compiuto, su propria specifica autorizzazione, dai dottori Kurt Polasacra e Ferdinando Mussi e dall’infermiere Ulrik Toren.   --    Il biologo italiano Ferdinando Mussi è stato indagato dalla Magistratura svedese con l’imputazione di vilipendio di cadaveri per il caso Chimera, ma in seguito al contributo fornito dalla Polizia italiana, non è stato sottoposto ad alcuna azione penale sia per la sua età avanzata, sia per le attenuanti generiche a suo discarico; Mussi inoltre ha sostenuto tutte le spese funerarie relative ai decessi dello scienziato Samuel Magnusson e di una clochard di Göteborg.

 
"Speranze, aspirazioni, affetti, sentimenti e il raggiungimento della felicità sono la Chimera della vita di ogni uomo.
Consumiamo l'esistenza sempre a caccia della nostra Chimera."
                                                                                           Sergio Figuccia